- La fraternità dimenticata
- La politica migliore
- I deboli sfruttati dai populisti
- Ciò che è veramente popolare
- Può funzionare un mondo senza politica?
- Una visione ampia
- Popolo e persona
Il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, Papa Francesco e l’Iman Aḥmad al-Tayyeb, hanno firmato uno storico documento sulla fratellanza. I due leader si sono riconosciuti fratelli ed hanno esaminato insieme il mondo d’oggi. E che cosa hanno capito? Che l’unica vera alternativa a questo mondo sempre sull’orlo di una guerra dagli esiti catastrofici è la fratellanza.
La fraternità dimenticata
Ecco, partirei da qui per esaminare questa nuova Enciclica. Il tema non è nuovo ai cristiani e neanche ai laici. Durante la Rivoluzione Francese, il motto era: “Libertè, egalitè e fraternitè”. Purtroppo con il passare degli anni si è molto discusso e combattuto per la libertà e per l’eguaglianza, mentre la “fraternità” è rimasta in sordina e poco alla volta cancellata dal lessico politico-economico, sostituita con il termine di “solidarietà”. In un recente messaggio Papa Francesco ha scritto: «Mentre la solidarietà è il principio di pianificazione sociale che permette ai diseguali di diventare eguali, la fraternità è quello che consente agli eguali di essere persone diverse».
Le tematiche affrontate in questa Enciclica sono tantissime ed io sfiorerò solo quelle più legate alla problematica politica.
Mentre la solidarietà è il principio di pianificazione sociale che permette ai diseguali di diventare eguali, la fraternità è quello che consente agli eguali di essere persone diverse
La politica migliore
Alla politica il Santo Padre dedica un intero capitolo, il V°, a dimostrazione dell’importanza che Egli vuol dare al tema, ma non è tenero nei confronti dei politici, anzi. Parte subito mettendo in evidenza cosa servirebbe: “per rendere possibile lo sviluppo di una comunità mondiale (..) è necessaria la migliore politica, posta al servizio del vero bene comune. Purtroppo, invece, la politica oggi spesso assume forme che ostacolano il cammino verso un mondo diverso”
Una premessa che prosegue con l’analisi dei pericoli (individualismo ed egoismo) creati non solo dal mercato, che spesso il mondo economico liberale considera come il risolutore di tutte le questioni, ma anche dal populismo: due facce dello stesso problema!
I deboli sfruttati dai populisti
“il disprezzo per i deboli può nascondersi in forme populistiche, che li usano demagogicamente per i loro fini, o in forme liberali al servizio degli interessi economici dei potenti. In entrambi i casi si riscontra la difficoltà a pensare un mondo aperto dove ci sia posto per tutti, che comprenda i deboli e rispetti le diverse culture”.
Non ci servono leader che alimentano l’odio e la divisione, ma servono Capi capaci di costruire ponti per creare collegamenti tra nazioni diverse, tra culture diverse, tra persone diverse. Attraverso la “fratellanza” e con azioni concrete il Santo Padre ci indica la strada.
il disprezzo per i deboli può nascondersi in forme populistiche, che li usano demagogicamente per i loro fini, o in forme liberali al servizio degli interessi economici dei potenti
Ciò che è veramente popolare
Per il Papa, ciò che è veramente popolare (non populista) è assicurare a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha messo dentro di noi, le nostre capacità, i nostri talenti, la nostra iniziativa. Questo è il miglior aiuto per il povero e per ciascuno di noi. Dare a tutti la possibilità di lavorare e di poter contribuire al mantenimento ed alla crescita della propria famiglia. La visione liberale, che spesso ignora la fragilità umana, tende a pensare che il mercato da solo possa trovare la soluzione a tutti i problemi. Ma non è così.
“il mercato da solo non risolve tutto, benché a volte vogliano farci credere in questo dogma di fede neo liberale. Si tratta di un pensiero povero, ripetitivo, che riproduce sempre le stesse ricette di fronte a qualunque sfida si presenti (..)
Da una parte è indispensabile una politica economica attiva, orientata a promuovere un’economia che favorisca la diversificazione produttiva e la creatività imprenditoriale, perché sia possibile aumentare i posti di lavoro invece di ridurli (..) D’ altra parte, senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca, il mercato non può pienamente espletare la propria funzione economica. Ed oggi è questa fiducia che è venuta a mancare (..) La fragilità dei sistemi mondiali di fronte alla pandemia ha evidenziato che non tutto si risolve con la libertà di mercato e che, oltre a riabilitare una politica sana non sottomessa al dettato della finanza, dobbiamo rimettere la dignità umana al centro e su quel pilastro vanno costruite le strutture sociali alternative di cui abbiamo bisogno”
Può funzionare un mondo senza politica?
Qui il Santo Padre evidenzia come oggi il termine “politica” sia vissuto come sinonimo di qualcosa di brutto, e non manca di evidenziare come dietro la politica ci siano, a volte, errori, corruzione, inefficienza.
A questo quadro a tinte fosche, aggiunge però l’impressione che ci siano strategie che mirano ad indebolire la “Politica”, a sostituirla con la finanza e con soggetti espressione dei poteri forti. Papa Francesco, a questo punto, si pone una domanda: “può funzionare un mondo senza politica?”
Il capitolo V° dell’Enciclica andrebbe letto tutto (sono solo una decina di pagine) per ben comprendere il pensiero del Santo Padre sulla questione politica. Citerò solo alcuni passaggi tratti dalla “fratelli tutti” che rispondono al quesito posto:
“Mi permetto di ribadire che «la politica non deve sottomettersi all’economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia» (..)
Una visione ampia
«abbiamo bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi». Penso a «una sana politica, capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche, che permettano di superare pressioni e inerzie viziose». Non si può chiedere ciò all’economia, né si può accettare che questa assuma il potere reale dello Stato (..) La società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali (..)
Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi. In tal modo, un’economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune può «aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo» (..)
Ognuno è pienamente persona quando appartiene a un popolo, e al tempo stesso non c’è vero popolo senza rispetto per il volto di ogni persona.
Popolo e persona
Si tratta di progredire verso un ordine sociale e politico la cui anima sia la carità sociale. Ancora una volta invito a rivalutare la politica, che «è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune» (..)
Questa carità politica presuppone di aver maturato un senso sociale che supera ogni mentalità individualistica: «La carità sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone, considerate non solo individualmente, ma anche nella dimensione sociale che le unisce». Ognuno è pienamente persona quando appartiene a un popolo, e al tempo stesso non c’è vero popolo senza rispetto per il volto di ogni persona. Popolo e persona sono termini correlativi. Tuttavia, oggi si pretende di ridurre le persone a individui, facilmente dominabili da poteri che mirano a interessi illeciti. La buona politica cerca vie di costruzione di comunità nei diversi livelli della vita sociale, in ordine a riequilibrare e riorientare la globalizzazione per evitare i suoi effetti disgreganti.”
Il Santo Padre chiede a tutti quelli che hanno indole e capacità di occuparsi di Politica che, come diceva Paolo VI° è: “una delle forme più alte di carità”. Occorre lavorare per il bene comune, avendo un orizzonte temporale che vada oltre le elezioni del mese dopo. Occorre avere una visione di lungo periodo al fine di modificare in meglio ed in profondità lo stato attuale delle cose, sia a livello mondiale che a livello locale, cercando di mettere in secondo piano il proprio ego ed il proprio interesse personale. Occorre costruire una comunità fatta non solo di singole persone, ma anche nella “dimensione sociale che le unisce”.