Assegno unico per i figli, le politiche familiari al centro

Sette milioni di famiglie italiane riceveranno l’assegno unico per i figli, al posto degli assegni familiari, delle detrazioni e dei vari bonus. Si tratta di una rivoluzione, di una riforma epocale pensata per dare più aiuti economici, favorire la natalità, la genitorialità e il mantenimento dei figli, specie se in condizione di povertà.

Più semplice per tenere la famiglia al centro

Fino a oggi, infatti, le misure erano complicate, solo per alcuni, ingiuste verso le famiglie numerose, discontinue, con una dotazione modesta se confrontata con gli altri Paesi. Oggi invece abbiamo un assegno semplice (una sola misura invece di otto), universale (anche per i lavoratori autonomi, i liberi professionisti e gli incapienti), equo (il secondo figlio è aiutato come il primo e il terzo ancor di più), continuo (riconosciuto anche se il lavoro è precario, si perde o non si ha), robusto (i più ci guadagneranno e nessuno ci perderà).

Ma al di là di queste importanti caratteristiche, credo che con questo provvedimento il Parlamento abbia voluto esprimere consapevolezza sulla centralità della famiglia come generatrice anche di senso.

“Oggi abbiamo un assegno semplice, universale, equo, continuo, robusto

Stefano Lepri

Ma chi riceve l’assegno e quanto percepisce?

Per ciascun figlio minorenne è previsto un importo pari a 175 euro mensili. Tale importo spetta in misura piena per un ISEE fino a 15.000 euro. Per livelli di ISEE superiori, esso si riduce gradualmente, fino a raggiungere un valore pari a 50 euro in corrispondenza di un ISEE pari a 40.000 euro.

Per ciascun figlio maggiorenne fino al compimento del ventunesimo anno di età è previsto un importo pari a 85 euro mensili, con decalage. Per ciascun figlio successivo al secondo è prevista una maggiorazione pari a 85 euro mensili, a decrescere.

Per ciascun figlio con disabilità è prevista una maggiorazione, così come per le giovani madri e nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro.

Infine, è riconosciuta una maggiorazione forfettaria per i nuclei familiari con quattro o più figli pari a 100 euro mensili per nucleo. Guardando la distribuzione attuale per fasce di ISEE, si stima che almeno la metà delle famiglie italiane otterrà le cifre massime, mentre a 30.000 euro di ISEE si avranno comunque 100 euro mese a figlio.

Ci guadagneranno tutte le famiglie?

Le stime del MEF ci dicono che la gran parte delle oltre sette milioni di famiglie italiane ci guadagnerà rispetto a oggi. Altre non avranno particolari vantaggi e solo una piccola parte potrebbe perderci qualcosa. Per questo è stata prevista una maggiorazione compensativa.

La spesa effettiva storica nel 2020 per assegni familiari, detrazioni e bonus era di circa 12 miliardi, oltre a un miliardo a parte sempre stanziato e mai speso in quanto non tutti i cittadini facevano domanda delle detrazioni. Dal 2022 si aggiungono 6 miliardi, quindi con un incremento del cinquanta per cento. Si aggiunga che resta inoltre stanziato circa un miliardo per coprire le detrazioni per figli a carico sopra i 21 anni, che non sono stati abolite in attesa di capire come trasformarle, al fine di favorire l’autonomia di quei giovani adulti.

“gran parte delle oltre sette milioni di famiglie italiane ci guadagnerà rispetto a oggi”

Stefano Lepri

L’assegno unico per un welfare più europeo

In conclusione: l’assegno unico non è un solo primo passo, ma un vero salto in avanti che ci porta vicini, se non allineati, alle migliori esperienze europee, almeno per quanto riguarda i trasferimenti in denaro.

Siamo invece ancora indietro sul fronte dei servizi per la prima infanzia, l’adolescenza i genitori e le famiglie. Il cosiddetto Family act, approvato in prima lettura alla Camera, contiene tutte le misure che servono allo scopo, ma dovrà trovare, per essere efficace, maggiori dotazioni economiche rispetto a quelle previste.