Allontanamenti zero è una legge pericolosa e va combattuta

Porteremo in Consiglio le istanze di tutta la Città che l’Amministrazione non contempla

Vorrei chiedere a Caucino e Vignale una cosa semplice: ma dei bambini ve ne frega qualcosa? In Piemonte la giunta regionale meno produttiva della storia che dopo  oltre 7 mesi di legislatura ha presentato appena qualche proposta di legge, ha deciso da ormai 4 mesi di dedicare gran parte delle proprie energie (dopo il successo della richiesta di referendum per la legge elettorale maggioritaria voluta da Salvini, approvata da questa maggioranza e rigettata dalla Corte Costituzionale) alla proposta di legge cosiddetta “Allontanamenti zero”.

Vorrei chiedere a Caucino e Vignale una cosa semplice: ma dei bambini ve ne frega qualcosa?

Daniele Valle

Il Piemonte è forse Bibbiano?

Il tutto nasce sull’onda dei fatti di Bibbiano, un’indagine ancora in corso che riguarda alcune anomalie (tutte da verificare) rispetto agli affidi di minori nella zona della Val d’Enza, in Emilia-Romagna.

L’attuale maggioranza di centrodestra in Regione ha trasportato la questione su territorio piemontese, senza che qui vi fosse alcuna anomalia, alcuna segnalazione e meno che mai alcuna emergenza.

A fine novembre 2019 hanno presentato in Consiglio Regionale una proposta di legge per rendere obbligatorio una sorta di “progetto di recupero familiare”, di almeno 6 mesi, prima di disporre l’allontanamento del minore dalla famiglia. Questo progetto prevederebbe supporto psicologico e supporto economico, per la famiglia o parenti entro il quarto grado. I fondi verrebbero quindi spostati dal comparto dell’assistenza sociale direttamente alle famiglie.

Le bugie della Lega

Nel racconto che tutti gli esponenti di centro destra stanno ripetendo ossessivamente sui giornali da mesi i bambini vengono allontanati dai servizi sociali perché alcune famiglie sono in difficoltà economica.

In questa assurda narrazione che loro continuano a ripetere ossessivamente ci sono una serie infinita di inesattezze e bugie, ma vediamo le due principali:

  1. Non sono i servizi sociali a fare gli allontanamenti, ma è il Tribunale dei Minori. I servizi sociali si occupano di segnalare anomalie e di seguire la conseguente risoluzione dei casi, sia dal lato dei minori, sia dal lato delle famiglie;
  2. La legge 184 che norma la materia degli affidamenti dice esplicitamente che la difficoltà economica non è una ragione che giustifica l’allontanamento e che per riparare queste difficoltà alle famiglie vengono offerti sostegni di varia natura. Pensiamo ai sussidi economici o agli sgravi (integrazioni di reddito familiare in base al numero di figli, sospensione dei costi scolastici, affitti convenzionati o calmierati, buoni scuola ecc.).

Non sono i servizi sociali a fare gli allontanamenti, ma è il Tribunale dei Minori.

Daniele Valle

Persone, non solo soldi

Per sostenere questa polemica nei confronti degli affidi, il centro destra ha iniziato a farne una questione totalmente economica, stimando un “giro d’affari” fra i 50 e i 60 milioni in Piemonte.

Ovviamente anche questa è una narrazione falsa, in quanto non si tratta di un giro d’affari ma di una stima dei costi. Quando si dispone l’allontanamento di un minore c’è innanzitutto da pensare al minore e al suo sostentamento, che nei casi più gravi riguarda anche la madre che viene essa stessa allontanata dalla casa familiare se considerata in pericolo.

C’è poi da considerare la parte dei costi legata ai lavoratori del settore: gli assistenti sociali (che non sono affatto una categoria di privilegiati visto che guadagnano quanto un insegnante delle elementari), gli psicologi che devono seguire bambini e genitori (che anche nella discutibile proposta dell’Assessora Caucino sono comunque inclusi nel processo), gli educatori che lavorano presso le case famiglia (spesso giovani e precari). Infine ci sono i costi della giustizia che non sono a carico della Regione.

Gli allontanamenti sono l’ultima possibilità

Parlate della questione allontanamenti come una questione di soldi è quindi falso, pertanto chi lo fa è ignorante oppure è in mala fede.

La legge 184 fra le altre cose prevede ovviamente anche sanzioni penali per chi allontana un minore senza che ve ne siano le ragioni, infatti nessun assistente sociale o insegnante o persona per bene si sognerebbe mai di assumersi la responsabilità di togliere un figlio alla sua famiglia se questa è sana.

Le brave famiglie non sono perfette, questo lo sappiamo tutti. Crescere dei figli in un mondo come il nostro appare ogni giorno una sfida enorme. Tante volte ci sentiamo o siamo davvero precari, in bilico e il rischio che qualcosa vada storto riguarda tutti. Questo però non può e non deve mai portare ad episodi di violenza familiare, né psicologica né fisica. Le brave famiglie non sono quelle dove va tutto sempre bene, ma sono quelle che lottano ogni giorno per dare il meglio ai propri figli e per superare le difficoltà.

La legge 184 prevede  sanzioni penali per chi allontana un minore senza che ve ne siano le ragioni

Daniele Valle

I minori non possono restare in situazioni pericolose

La maggior parte degli allontanamenti viene disposta per via di condizioni di sofferenza o pericolo gravi per i bambini. Violenza familiare, abbandono, incuria, assenza di relazioni con i genitori, presenza di dipendenze da sostanze alcoliche o da droghe nei genitori, condizioni di vita non sane e pericolose per la salute del minore.

La vera follia a me sembra piuttosto promuovere l’idea che un minore in pericolo deve restare dov’è perché magari dando 4 spicci alla famiglia, sarà possibile risolvere la sua sofferenza. Se gli allontanamenti dipendono da problemi dei genitori, dove finiranno quei soldi? Non c’è il rischio concreto che vengano usati per tutt’altro rispetto alla cura dei minori?

Come centro sinistra stiamo facendo una battaglia senza quartiere, insieme alle altre forze di opposizione, contro questo disegno di legge pericoloso e pieno di inesattezze.

Noi crediamo in uno Stato che aiuti le famiglie, non in uno Stato che le paghi per farle stare zitte. I soldi non risolvono tutto, soprattutto se ciò che manca è la serenità.

La maggior parte degli allontanamenti viene disposta per via di condizioni di sofferenza o pericolo gravi per i bambini.

Daniele Valle

I figli sono una responsabilità, non una proprietà

Infine ci tengo chiarire che secondo me i figli non sono una proprietà dei genitori, ma sono una responsabilità dei genitori che va onorata ogni giorno nel migliore dei modi, chiedendo aiuto a chi di dovere quando non ce la si fa.

L’Assessora Caucino, nelle sue ultime dichiarazioni veramente intollerabili, si è anche permessa di togliere la parola su questa questione alle donne che non hanno figli dimostrando ancora una volta che quando mancano gli argomenti è sempre la discriminazione il cavallo di battaglia della destra.